Marcela Serrano - Il giardino di Amelia
Quanto c’è da scoprire nella narrativa femminile e quanto c’è da imparare. Avevo comprato per un regalo un libro della tetralogia di Elena Ferrante e la commessa che fasciava i libri mi aveva detto che se mi piaceva lei, allora dovevo leggere Marcela Serrano.
Così ho preso il primo volume che mi è capitato fra le mani, Il giardino di Amelia.
Di nuovo bisogna intendersi sulla scrittura al femminile, categoria che detesto e un modo per mettere in un angolo autrici come lei, la Ferrante, la Byatt e tutte le altre che scrivono di donne come protagoniste.
La maggior parte delle storie ha maschi come protagonisti, ma non per questo si parla di letteratura al maschile.
I temi che tocca Marcela Serrano sono universali: il tradimento e il perdono. Amelia è una donna continuamente tradita. In primo luogo dal padre, che resta impelagato in traffici abbastanza oscuri e si allontana definitivamente dalla famiglia perché il suo onore è perso.
Manca una figura paterna e Amelia cresce con la famiglia della madre in Inghilterra assieme a Sybil, l’amica di una vita, l’unica che non l’ha mai tradita e con la quale stabilisce un rapporto che durerà per tutta la vita.
Gli uomini sono traditori
Jaime, il marito di Amelia, ha un’amante e lei lo scopre. Vorrebbe uccidersi, annullarsi perché si sente niente. E’ quello che succede quando ci si ritrova mogli e appiattite sulla vita del marito. Si perde identità e coscienza di se stesse, delle proprie capacità. Con il tradimento arriva la scoperta del vuoto, del nulla che è diventata la propria vita e questo vuoto diventa così insopportabile da decidere di farla finita. Ci prova, Amelia, a gettarsi nel Danubio. Viene salvata da Sybil che la chiama; era venuta a cercarla e quel richiamo dall’alto di un ponte a Budapest distoglie per sempre Amelia dai suoi propositi.
E’ il momento più acuto che Amelia vive, ma i tradimenti saranno altri: i fratelli che rubano i proventi che spettano a lei delle proprietà che hanno ereditato. Ma in quel caso è forte: li riunisce e li inchioda. Li perdona acquistando tutte le proprietà e riesce a diventare l’unica proprietaria della casa e terreno dove verrà accolto Miguel, che incontriamo all’inizio della storia.
Con Miguel nasce un amore, una rinascita che Amelia sceglie di concedersi dopo la libertà goduta della vedovanza. E sarà Miguel a tradirla. Lui, oppositore al confino sotto il regime di Pinochet, accolto e amato da Amelia, istruirà i suoi compagni di lotta di sotterrare armi nel suo terreno. La polizia scopre il nascondiglio; Miguel scappa ma Amelia non sa che lui ha nascosto le armi. Amelia viene ritenuta complice, arrestata e torturata per dieci giorni, fino alla liberazione avvenuta grazie all’influenza della sua famiglia.
Il tradimento: mancanza di empatia
La tortura ha spezzato Amelia; non sarà più la stessa. La vita da esule di Miguel in Inghilterra seguirà gli stimoli che gli sono arrivati durante la permanenza alla Novena, la casa di Amelia nella valle resa fertile da un suo antenato nell’Ottocento.
Amelia perdona tutti. Perdona Miguel anche se non si incontreranno più. Il perdono di Miguel avviene attraverso Sybil, perché Sybil è sorella/amica/alter ego di Amelia con qualche importante differenza: Amelia è religiosa, Sybil no. Ma la religione non è mai stata motivo di contrasto fra le due amiche.
Il tradimento: sembra questa la cifra degli uomini, un insopprimibile impulso vero l’irresponsabilità, come nel caso di Miguel, che spera che Amelia non sappia mai delle armi e che non venga coinvolta, anche se il suo arresto era prevedibile, era una possibilità.
Irresponsabilità anche nel caso di Jaime, ovvero nella relazione con l’amante, in cui tutto potrebbe andare bene finché lei non la scopre. Irresponsabilità nel caso dei fratelli, che le sottraggono denaro, convinti del suo disinteresse e che lei non dovesse accorgersene.
Viene in luce, in negativo, la cifra maschile oppure certi aspetti che fanno parte dell’agire e della (cattiva) coscienza di tutti.
E’ sostanzialmente la mancanza di empatia lo strato su cui si fonda il tradimento. Una volta consumato, non si tiene conto delle conseguenze sull’altro, nella convinzione che l’azione del tradimento rimarrà occulta.
Per il traditore l’empatia arriva dopo. Dopo che il tradimento è stato scoperto, dopo che gli saranno note le conseguenze del suo gesto.
Senza conoscere il dolore e le ingiustizie che ha causato (anche se poteva immaginarle), il traditore può continuare a vivere la sua vita, nella presunzione di impunità, di non essere raggiunto dal rimorso. E, spesso, vive bene; anche grazie alle conseguenze della sua azione.
La vita di Miguel trarrà linfa dagli insegnamenti di Amelia, che saranno le sue vere radici. Miguel diventerà un uomo di successo.
Il perdono, invece.
Amelia perdona. Perdona il marito, che interrompe la sua relazione clandestina. Perdona i fratelli, comprando la loro parte di eredità. Sembra non perdonare Miguel e invece perdona anche lui, attraverso Sybil e attraverso la figlia, con cui ha un ultimo incontro.
Perdonare non significa dimenticare
Le ferite inflitte a suo tempo sono sempre presenti a ricordare le sofferenze fisiche e il dolore causato dalle torture degli aguzzini di Pinochet. Dopo il perdono, non è più come prima.
Miguel è consapevole di quanto ha fatto, cerca il perdono. Diverse sono le motivazioni dei vari tradimenti: l’attrazione per un’altra donna, la clandestinità di una relazione fuori dal matrimonio è quello che cerca il marito Jaime; l’avidità di denaro è la molla che spinge i fratelli a depredare la parte di eredità di Amelia; la cecità della dedizione alla causa rivoluzionaria è la spinta che fa agire Miguel, approfittando indegnamente di ospitalità e affetto.
Perché il perdono? Prima di tutto bisogna dire che il perdono si offre a chi lo chiede. Chi lo chiede è pentito di quello che ha fatto e il pentimento dev’essere sincero, non una scelta opportunistica per un’imprevista difficoltà a seguito dell’azione compiuta. Viceversa chi non chiede perdono non potrà essere perdonato.
L’azione del perdono parte dalla ricostruzione di un’empatia, dall’immedesimazione nelle vittime delle proprie azioni. Ma se riconosciamo un ruolo trainante allo stesso soggetto che tradisce e che poi chiede perdono, la vittima si riduce a una figura passiva che non rende giustizia alla capacità di perdonare.
Intanto non si può perdonare tutto. Ci sono cose che non penso sia possibile perdonare. Posso perdonare chi ha fatto del male a me, non chi ha fatto male ai miei figli o ai miei genitori.
Amelia subisce su di sé i tradimenti e il singolo individuo che perdona sa bene di essere una parte dell’umanità e che le proprie vicende diminuiscono d’importanza di fronte ai mali maggiori che affliggono il mondo.
Le cause superiori
Amelia perdona, perché riesce a uscire dal carcere grazie al potere della sua famiglia; perdona perché ha abbastanza denaro per comprarsi l’eredità dei fratelli ed estrometterli dalla sua vita (questa, forse, l’unica vendetta, l’unica azione non perdonata; non a caso c’è di mezzo il denaro); perdona Miguel, il perdono più difficile, perché il suo corpo ha pagato un prezzo che non sarà più riscattabile.
Perché perdona Miguel: lo perdona perché Miguel è sincero. Miguel è legato a lei; è stata Amelia a crearlo, a farlo diventare quello che è diventato. Amelia è stata levatrice, amica, amante e il sentimento di Miguel verso di lei è sincero.
Solo nel momento del tradimento ha fatto prevalere l’adesione a una causa superiore e Amelia ha capito i motivi del suo tradimento e soprattutto ha capito che non è stata lei a essere tradita; purtroppo lei è stata la persona che in quel momento era sulla sua strada. Poteva essere lei o chiunque altra.
Le cause superiori, le ideologie, le religioni, la rivoluzione hanno una forza che supera e trascende i destini individuali. Amelia sa tutto questo e lo accetta.
Sa che in nome di principi astratti come libertà, uguaglianza e giustizia sono morte milioni di persone e altrettante saranno pronte a dare tutto.
E’ la forza dell’umanità, che sa unirsi per grandi cause, stringersi in una sola mente di fronte a gravi calamità, guerre, epidemie e sa riconoscersi in un unico spirito quando si tratta di una causa superiore. Di fronte a questa cadono le storie individuali e le appartenenze sociali (lei, ricca e parte della casta cilena; lui povero piccolo borghese).
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